Questa ghirlandina
è l'ultima decorazione fatta velocemente seguendo
il tutorial de
Mi è piaciuta talmente tanto, che ho voluto farla al volo,
prima di riporre tutte le decorazioni,
con qualche avanzo di lana e una guarnizione
della caffettiera ... così sarà già pronta
si ..si ...proprio quelle gommine di ricambio
per le caffettiere...
non è carina ?
E ora prima di chiudere con le Festività vi riporto un'altra leggenda
sempre tratta dal libro "Leggende Parmigiane"
di E. Dal'Olio
"Quei trenta denari ai piedi del Bambino"
Alla categoria dei grandi saggi appartengono, secondo gli studiosi, anche i Re Magi
dei quali parla S.Matteo nel II capitolo del Vangelo, e che i pittori specie nel medioevo
hanno eternato nelle loro opere, da Giotto a Taddeo Gaddi, a Gentile da Fabriano,
all'Angelico,a Benozzo Gozzoli, a Lippi, a Botticelli, a Leonardo, al Ghirlandaio, al
Verrocchio, ecc.
Sul loro nome c'è da giocare a scioglilingua: infatti in una cronaca del VI secolo
vengono chiamati Bithisarco, Melchior, Gathaspar.
Secondo il Beda, Melchiorre era vecchio con folta barba e capelli incolti ,
Gaspare giovane imberbe e rubicondo,
Baldassarre nero e barbuto.
Portarono, com'è noto, doni al neonato Bambino.
Con l'oro, secondo San Gregorio Magno, vollero
riconoscerlo re, con l'incenso Dio e, con la mirra, uomo.
Un'affascinante leggenda è fiorita intorno a questa straordinaria vicenda ed è narrata,
per la prima volta , da Giovanni d'Hildesheim nel XIV sec. nella "Historia trium Regum",
tradotta dal latino è giunta sino a noi, per essere raccontata ai bambini
nelle lunghe veglie invernali.
Melchiorre, splendido re d'Arabia, portò ai piedi del Bambino 30 monete d'argento
e una sfera raffigurante la terra, già di Alessandro Magno, che l'aveva fatta
eseguire con le monete dei tributi riscossi dai suoi sudditi.
La sorreggeva spesso per significare che lui aveva "in mano" le sorti
del mondo. Era del resto costume che gli Imperatori, nelle grandi
occasioni, tenessero nella sinistra tale globo, segno della loro potenza e sovranità.
Era sormontato da una vittoria alata quello che ostentavano gli antichi imperatori
romani, ma dopo il trionfo del Cristianesimo, fu sostituita dalla Croce.
La vicenda dei trenta denari d'argento riporta ancor più lontano nel tempo,
addirittura ad Abramo che li avrebbe fatti coniare per comprare un campo da
destinare alla sepoltura sua e dei suoi famigliari.
Ma il desiderio evidentemente, non venne realizzato, se finirono prima
nelle mani dei figli di Giacobbe e poi in quelle della Regina di Saba,
che li donò al tempio di Gerusalemme.
Migrarono, non si sa come, in Arabia per tornare appunto a Gerusalemme,
portati da Melchiorre. Maria gradì il dono e lo portò con sè nella fuga
verso l'Egitto, pensando di servirsene per i bisogni della famiglia, ma
nel trambusto il piccolo tesoro andò smarrito.
Fu ritrovato, lungo il suo peregrinare col gregge, sul monte, da un pastore
che lo custodì gelosamente, pensando che poteva tornare utile per
qualsiasi necessità. Infatti di lì a poco fu colpito dalla lebbra e,
guarito da Gesù, non trovò di meglio, per dimostrare la sua
riconoscenza, che recarsi al tempio e versarlo nel piatto delle offerte.
Dal tesoro prelevarono proprio quelle trenta monete i sommi
sacerdoti per pagare Giuda del suo tradimento. E furono monete
di dannazione, per il loro terribile destino. Ma non fu assai
diversa,secondo la leggenda, la sorte del globo d'oro che non appena
passò dalle mani di Melchiorre a quelle di Gesù, divenne un mucchietto
di polvere a conferma della caducità di ogni ricchezza.
Buona Epifania.